Trattamenti ambulatoriali nei confronti delle varici:

La scelta di ogni trattamento varia a seconda delle diverse situazioni soggettive. Prenota ora una visita specialistica con la nostra equipe di fama mondiale, insieme sceglieremo il trattamento terapeutico più adatto alla vostra situazione.

Laser endoluminale:

La terapia laser endovenosa, più nota con l'acronimo inglese EVLA (endovenous laser ablation), rappresenta una tecnica alternativa alla chirurgia nel trattamento della insufficienza safenica. La nostra casistica risulta attualmente tra le più elevate (quasi 2000 casi selezionati e trattati).
La tecnica consiste nell'ablazione della grande safena attraverso un approccio transcutaneo, tale da ridurre i disagi dello stripping chirurgico convenzionale. Il laser endovenoso viene spesso confuso con l'ablazione mediante radiofrequenza ma diversa è la tecnica, il principio fisico, la durata dell'intervento, tali da rendere le due tecniche assimilabili solo nel fatto che sono entrambe alternative allo stripping.
Il fine del laser endoluminale è quello di determinare una occlusione della safena attraverso un rilascio di energia termica, ceduto sia alla parete venosa che al sangue. 
Quando le safene siano di IV grado di reflusso (massimo grado esteso dall'inguine alla caviglia) e di calibro inferiore agli 8 mm rilevati in sede di giunzione safeno-femorale, il trattamento scleroterapico e il trattamento laser rappresentano due valide alternative al trattamento chirurgico.
La procedura laser viene effettuata in ambiente sterile (sala operatoria), la vena viene incanalata attraverso un controllo ecografico, viene effettuata una anestesia locale attorno alla vena da trattare, viene erogata l'energia laser (da 14 a 30 Watt fornita da laser a diodi di 940 nm). L'energia viene distribuita lungo l'intero decorso della vena, iniziando un centimetro a valle della vena epigastrica (ramo della safena) eseguendo un controllo ecografico durante l'intera procedura. (vedi la sequenza dell' intervento Laser).
La procedura dura pochi minuti al termine dei quali, non esistendo incisioni chirurgiche, il paziente può rientrare in camera di degenza e deambulare; nei casi in cui sia indicata una profilassi antitrombotica, viene posizionata una calza elastica antitrombo dal piede all'inguine. Il paziente, essendo trattato in regime di day hospital, può rientrare in giornata al proprio domicilio.
Abbiamo messo a punto nel tempo un procedimento standardizzato e divulgato in importanti sedi congressuali, consistente in indicazioni, procedura e follow up codificati.
Le indicazioni sono legate a caratteristiche della safena da trattare, con esclusione di safene di grosso calibro (superiore ai 15 mm), safene di calibro inferiore ai 4 mm e calibro tortuoso.



Scleroterapia:

Rappresenta la terapia medica specifica per le varici.
La Scleroterapia consiste nella iniezione di un farmaco all'interno di una vena col fine dei determinarne una irritazione che possa condurre alla essiccazione della vena sino alla sua scomparsa.
La scleroterapia si divide in minore e maggiore.
La scleroterapia minore è indirizzata alle varici di piccolo calibro che costituiscono perlopiù un problema eminentemente estetico
La scleroterapia maggiore è indirizzata al trattamento di varici di maggior calibro, determinanti in genere disturbi.
Anche le piccole varici possono determinare disturbi ed in tal caso la scleroterapia minore avrà anche un valore curativo.
Dal momento che nella Scleroterapia Maggiore si inietta un liquido in vene situate in piani spesso non visibili, essa viene associata all'ecografia e prende il nome di eco-sclero-terapia o eco-sclerosi; questa fornisce un trattamento efficace e sicuro.
Le sostanze iniettate possono anche essere miscelate con aria al fine di ottenere una schiuma che, in certi casi risulta più vantaggiosa in quanto consente l'iniezione di una minore quantità di farmaco.
Il trattamento scleroterapico, anche quando indicato, richiede comunque un controllo periodico. La Scleroterapia rappresenta un'utile integrazione della chirurgia, dal momento che consente di ridurre l'atto chirurgico alle sole grossi varici. 

Chirurgia delle varici

Si tratta di una chirurgia indirizzata al trattamento delle varici degli arti inferiori sia per fini funzionali (varici determinanti disturbi) che estetici.
Con il termine varice si identifica una vena in genere allungata, tortuosa e malfunzionante.
La funzionalità di una vena e la sua necessità o meno di essere trattata ed in che modo, si valuta con l'esame clinico ed indagini strumentali tra cui principalmente l'ecodoppler.
Massima attenzione viene inoltre posta al versante estetico: suture intradermiche nelle incisioni maggiori (suture di tipo non visibile utilizzate anche in chirurgia plastica) e piccoli cerotti nelle altre.
L'assenza di traumatismo delle incisioni legata alla delicatezza del gesto chirurgico, porta in genere a risultati estetici ottimali.
Nel caso in cui non si desideri avere nella gamba alcuna incisione neppure minima e le varici lo consentano, la safena potrà essere asportata con crio-stripping.
Quando le varici sono tortuose e non risulta possibile incannularle con una sonda, si esegue la tecnica della varicectomia, tecnica eseguibile anche per rami secondari della safena stessa non suscettibili di trattamento scleroterapico.

CHIVA


La CHIVA è un intervento chirurgico che si prefigge di ridurre la pressione elevata che si realizza all'interno delle varici attraverso legature delle varici stesse in punti predefiniti ed identificati con l'ecodoppler.
Malgrado il ragionamento teorico sia convincente l'applicazione pratica ha fornito buoni risultati solamente in un numero di casi non sufficiente per giustificarne l'applicazione routinaria; l'intervento è pertanto indicato solo in particolari casi. Risultati soddisfacenti sono stati riportati solamente da pochi gruppi. Anche in Francia, nazione dove la metodica è stata proposta, viene raramente applicata.

Crio-stripping


Si tratta di uno stripping eseguito con criosonda. La criosonda è in grado di raggiungere in pochi secondi una temperatura inferiore a -40° a livello della sua punta.
Il freddo intenso fa aderire la safena alla sonda stessa consentendone l'asportazione per invaginazione attraverso una unica incisione inguinale.
Il decorso sarà simile a quello di uno stripping ma la presenza della sola incisione in sede inguinale può consentire, con una idonea medicazione, di svolgere le normali attività quotidiane (es. fare la doccia). La metodica è in disuso.

Legatura perforanti


Le perforanti sono vene che uniscono il sistema venoso superficiale al sistema venoso profondo. Sono localizzate a più livelli dal piede alla coscia. La loro funzione è quella di portare il sangue dal sistema venoso superficiale al sistema venoso profondo ma quando uno dei due sistemi sia ammalato può determinare una dilatazione delle perforanti stesse tale da renderle malfunzionanti e pertanto non più in grado di portare il sangue in una unica direzione.
È stato attribuito sin da tempo memorabile al mancato funzionamento delle perforanti la presenza nella gamba di gravi alterazioni nella pelle fino alla comparsa di piaghe (ulcere) e nel corso degli anni sono stati proposti più interventi, dalla legatura chirurgica delle perforanti stesse, alla loro chiusura per via endoscopica, al trattamento scleroterapico.
L'atteggiamento attuale è quello di correggere il sistema venoso superficiale, successivamente il sistema venoso profondo ed attendere, senza nulla fare a carico delle perforanti. La presenza residua di perforanti che continuino ad esercitare un'azione patologica potrà essere trattata con scleroterapia ecoguidata selettiva. 

Stripping

La maggior parte delle varici richiedenti intervento chirurgico colpiscono la vena grande safena (o safena interna) e la piccola safena (o safena esterna).
La Grande Safena decorre dal piede all'inguine, mentre la piccola dal piede alla parte posteriore del ginocchio.
Il trattamento di queste varici viene effettuato asportando la vena stessa, in genere mediante una tecnica chiamata "stripping"
Lo stripping consiste nell'introdurre una sonda all'interno della varice la qual sonda, che viene poi estratta assieme alla varice stessa.
Questa tecnica risulta tuttavia traumatizzante, per cui è preferibile eseguire lo stripping per invaginazione tecnica che consiste nel rovesciare la vena su se stessa determinando in tal modo il minimo trauma alla gamba.
L'asportazione della vena va associata ad un'accurata legatura dell'origine della vena stessa o all'inguine o dietro al ginocchio (a seconda della vena malata); questa legatura, che va estesa a tutti i rami della vena stessa, prende il nome di crossectomia.
In determinati casi anziché asportare la varice con lo stripping, la si può lasciare in sede chiudendola per renderla inefficace; la chiusura può essere effettuata con scleroterapia o con laserterapia.
Se concettualmente l'idea di chiudere una vena può suscitare il dubbio "e dopo il sangue dove passerà?" in realtà ciò non deve destare preoccupazione dal momento che la vena che tratteremo già era malfunzionante e pertanto non partecipava più in modo attivo alla circolazione venosa.
L'asportazione della varice o lasciarla in sede varia a seconda del calibro della stessa o a seguito di considerazioni variabili nel singolo caso.  

Varicectomia


La varicectomia o flebectomia consiste nell'asportazione delle varici mediante appositi strumenti chiamati "uncini". Viene eseguita in anestesia locale e senza punti di sutura.
Esistono tipi di vene che maggiormente si prestano alla varicectomia ed altri che si prestano di preferenza alla scleroterapia.
I due metodi integrati sono in grado di fornire ottimi risultati estetici, anche se l'utilizzo delle schiume sclerosanti ha notevolmente limitato l'impiego della varicectomia. 

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